Bioetica

Fin da subito la Tavola di Smeraldo ha sentito l’esigenza di dedicarsi a tematiche sensibili con l’obiettivo di formare ed informare la popolazione sulle medesime creando un dialogo continuo. Nasce così il progetto “Riflessioni su…”, una biennale composta da un convegno di studi bioetici ed il Premio Letterario Nazionale “Enrico Furlini”. L’evento si svolge in un fine settimana di fine Ottobre – primi di Novembre, un periodo dell’anno molto particolare ed intriso di introspezione. Il convegno tratta di volta in volta di temi delicati e molto profondi quali il diritto alle cure, il significato della alimentazione e idratazione alla fine della vita,l’accanimento terapeutico, l’eutanasia, il testamento biologico, l’invecchiamento e la disabilità, le sfide della medicina e del sistema sanitario, le vaccinazioni. Ogni tema viene sviscerato dal punto di vista scientifico, bioetico e filosofico e proposto al pubblico (fatto di tecnici della sanità e di cittadini non necessariamente sanitari) terminando con tavole rotonde multidisciplinari e dibattiti. Vengono invitate personalità di spicco per ogni tema, esperti e studiosi e si coinvolge molto il territorio in cui la Tavola di Smeraldo opera, l’area geografica denominata Canavese (il territorio a Nord di Torino esteso fino ai confini con la Valle d’Aosta) perseguendo l’obiettivo di creare una medicina di prossimità, ovvero direttamente a contatto con la popolazione ed i malati.

Rassegna biennale di studi bioetici

Edizioni passate

Questa VI edizione rappresenta per il Circolo Culturale Tavola di Smeraldo il raggiungimento di un grande risultato: il Decennale, meta che identifica il consolidarsi effettivo dell’iniziativa sul territorio. Dai primi anni, questa esperienza è stata condivisa con Residenze Anni Azzurri, dando vita ad un evento unico nel suo genere: aperto alla popolazione che può riflettere con i sanitari sulle tematiche proposte creando un dialogo continuo. Quest’anno speciale affronterà temi speciali: allocazione delle risorse, è giusto dare tutto a tutti o meglio non sarebbe dare il giusto a chi lo merita? Ma di quali meriti si sta parlando? Meriti “morali” o “sanitari”? L’accanito fumatore che per scelta decide di aspirare sostanze altamente tossiche ha diritto alle cure come chi per questioni genetiche va incontro a malattie degenerative altrettanto gravi? Inoltre, nuovi e sempre più costosi farmaci si stanno presentando sul mercato: in particolare nell’ambiente geriatrico nascono “molecole miracolose” che potrebbero addirittura allontanare la vecchiaia con tutti i suoi annessi e connessi legati alle disabilità e perdita funzionale. Quanto il nostro agire medico sanitario si basa su prove di efficacia garantendo al paziente una cura adeguata ai suoi problemi? Un’ultima osservazione : i medici sono responsabili di aver contribuito alla distorta concezione del diritto alla salute come sinonimo di diritto alla cura della malattia e di aver esageratamente enfatizzato il valore delle conquiste della medicina diagnostica e terapeutica sulla salute generando false aspettative e utopiche soluzioni a problemi non risolvibili. Come usciremo da questo paradosso?

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Le evidenze scientifiche dimostrano che i vaccini sono, ad oggi, il più efficace degli interventi in campo medico mai scoperti dall’uomo, secondi solo alla potabilizzazione delle acque in termini di riduzione della mortalità umana e in grado ancora oggi di evitare oltre 2,5 milioni di morti ogni anno. Con la loro introduzione si è assistito ad una riduzione drastica di malattie a volte mortali o in grado di generare cronicizzazioni e complicanze gravi come tumori (epatite B), paralisi permanenti (poliomielite e tetano), malformazioni congenite (rosolia). Chiunque – onesto intellettualmente – non può negare queste evidenze scientifiche che annoverano i vaccini tra le migliori eccellenze terapeutiche nella storia della medicina. Questa 5° edizione della Rassegna Biennale “Riflessioni su…” promossa dal Circolo Culturale Tavola di Smeraldo in collaborazione con Residenze Anni Azzurri, dedicherà la sua attenzione proprio alle vaccinazioni e la nuova legge riguardo alla loro obbligatorietà, un argomento di grande attualità che verrà illustrato da importanti professionisti giunti per fare chiarezza sulla nebbia che avvolge il tema. Oggi il medico in campo vaccinale (e non solo…) si trova a scontrarsi con tutta una serie di false informazioni create ad hoc per mettere scompiglio in un campo che fondamentalmente rimane fra i più chiari e logici di tutta la scienza medica. Eppure il desiderio di dire la propria a tutti i costi, di sfogare il proprio risentimento contro chissà chi o chissà cosa e l’irresistibile onnipresente spinta a schierarsi porta le persone a convincersi che esiste anche e soprattutto in campo medico una forza oscura che lavora e promuove il male, in questo caso addirittura ai danni delle categorie più deboli ed indifese… i bambini. Una grande provocazione la nostra ma anche una opportunità straordinaria di confrontarsi con persone che lavorano con le persone… e non con i social network.

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La Quarta Edizione della rassegna biennale “Riffessioni su…” giunge come diretta continuazione della precedente, costituendone sia una ulteriore amplificazione che un epilogo.
Amplificazione riguardo ai temi affrontati, in quanto quest’anno entreremo in un altro dramma clinico ed etico, ovvero la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, terribile malattia che imprigiona le sue vittime/pazienti in una gabbia senza possibilità di movimento alcuno ma… conservandone intatte le capacita cognitive.
Epilogo per il nostro mandato associativo, ovvero creare un punto di partenza perché il “Testamento Biologico” diventi una realtà nella nostra realtà.
Due momenti estremamente interessanti e presentati al pubblico in maniera chiara, Senza tecnicismi o fraintendimenti perché il messaggio deve essere limpido: al primo posto occorre mettere davvero il paziente e le sue volonta.
Anche il Comune di Volpiano (TO) avrà quindi un suo registro per il Testamento Biologico cui i cittadini potranno far riferimento per depositare le proprie scelte riguardo i fine vita.
Un convegno ricco di ospiti di grande rilievo, ed in particolare di testimonianze che hanno tracciato un solco indelebile nella storia della bioetica mondiale quali lo sono stati Beppino Englaro e Mina Welby.
La collaborazione ormai consolidata fra una Associazione di promozione culturale, il Circolo Culturale Tavola di Smeraido e Anni Azzurri, residenze da anni specializzate nella assistenza a persone anziane o con patologie ad elevato grado di disabilità, ha dato vita ad un evento di grande interesse ed impatto culturale: “La vita è una storia bellissima” cita lo slogan di Anni Azzurri…Impegnamoci tutti un pò perché lo diventi realmente.

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Il Testamento Biologico o meglio le Direttive Anticipate che ogni uomo può dettare quando ancora in grado di intendere e volere, rappresentano il massimo grado di libertà ed autonomia per l’uomo del XXI secolo. Infatti con queste viene ampliato e completato il consenso informato, pratica alla base del rapporto medico paziente, poiché viene presa in considerazione l’eventualità legata alla non capacità di intendere e volere. Questa condizione, associata più comunemente agli stati vegetativi permanenti (ovvero quelle situazioni di particolare disabilità in cui il cervello ha perso definitivamente la capacità di mettere la persona in relazione col mondo esterno) si verifica con grandissima probabilità man mano che le persone invecchiano poiché il cervello, invecchiando con loro, perde il contatto consapevole con la realtà ed isola la persona in un vero e proprio mondo senza relazione. Sono oggi moltissimi i nostri anziani confinati in una realtà arelazionale in cui permangono ancora attive le funzioni vitali ma senza la possibilità di dialogo o interazione. Per queste persone non è più possibile la scelta di fronte alle varie possibilità di trattamenti sanitari che si prospettano nel prosieguo della loro malattia degenerativa ed involutiva pertanto si impone il quesito circa la necessità di esprimere in anticipo i propri desideri, ovvero nel momento in cui la mente si presenti ancora lucida ed in grado di operare delle scelte libere ed incondizionate.

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Parlare della morte e del morire è assai difficoltoso soprattutto in un mondo in cui l’informazione mediatica è sempre più rivolta alla ricerca dell’immortalità e della perfezione del corpo. Crediamo che sensibilizzare le persone e gli operatori sanitari su questo argomento possa sviluppare una maggiore consapevolezza sul grande mistero della vita con conseguente migliore gestione del tempo vissuto e una maggiore accettazione della fragilità e necessaria mortalità dell’essere umano.
L’obiettivo principale che si vuole perseguire è la riduzione degli atti sanitari al limite dell’accanimento terapeutico sviluppando quella fondamentale sensibilità per l’essere umano in senso olistico e, contemporaneamente, un contenimento dei falsi messaggi mediatici inneggianti l’eterna giovinezza e negazione della morte che spesso portano a richieste diagnostico-terapeutiche incongrue, trattamenti prolungati ed inevitabili frustrazioni devastanti per la società intera.
Il convegno si articolerà in tre grandi blocchi di interventi. Il primo svilupperà il tema riguardo “il perché e dove si muore”, esponendo le maggiori cause di morte per lisi, ovvero seguendo uno sviluppo temporale lento tipico delle patologie croniche. La seconda e terza sessione tratteranno il “come si muore” mettendo in evidenza gli aspetti etici del fine vita come la delicata tematica dell’eutanasia e la proposta della sedazione terminale/palliativa come eventualità di accompagnamento alla morte in caso di sofferenze altrimenti non gestibili da normali approcci medici.
Aprirà il convegno il Dott. Massimo Centini, antropologo torinese, con una lettura magistrale “s’accabbadora” ovvero quella figura femminile che, chiamata dai familiari del malato terminale, dava la buona morte. Una figura realmente esistita in Sardegna che ha esercitato il suo ruolo sino alla prima metà del ‘900 nella parte centro-settentrionale dell’isola. Una relazione di squisito respiro antropologico, volta a sollevare il grande problema dell’eutanasia proprio all’inizio delle due giornate congressuali.
Il Convegno prevede una partnership con l’Associazione Italiana Medici di Famiglia (AIMEF), che ha scelto questo evento, completandolo con un forum specifico ed elevandolo a proprio IV Convegno Interregionale. Il tema del forum saranno i farmaci utilizzati nella terapia del dolore in un setting di cura domiciliare in cui la figura del medico e quella dell’infermiere condividono i medesimi obiettivi.

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Visualizza Abstract della Sig.ra Orlandella
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L’obiettivo questo evento è quello di riunire le più importanti voci dell’algologia piemontese e permettere ai cittadini di partecipare, per la prima volta, ad un convegno seduti al fianco degli addetti ai lavori, con cui confrontarsi nelle discussioni aperte. Con le sessioni del mattino si vogliono affrontare due temi chiave: il primo, riguardante la terapia del dolore non oncologico, con particolare attenzione all’utilizzo, anche in questo campo, dei farmaci oppioidi, ormai riconosciuti come sicuri e di grande beneficio; il secondo è quello dei settori particolari dell’algologia. Abbiamo scelto la lombalgia e lombosciatalgia per l’importanza epidemiologica che questo tipo di sofferenza riveste, la partoanalgesia come risultato dell’evoluzione culturale della terapia del dolore del terzo millennio, le tecniche non farmacologiche per la gestione del dolore e prima fra tutte l’ipnosi terapia; chiude la sessione una relazione sul concetto del prendersi cura, che non è guarire e basta ma occuparsi della persona a 360 gradi, fino anche a portarla a guarigione. Una tavola rotonda di grande attualità, guidata dal Dr. Oscar Bertetto, concluderà la giornata di studio: “Alimentazione/ idratazione e sofferenza alla fine della vita”. Interverranno tecnici della sanità così come esponenti della bioetica laica e cattolica, psicologi e cittadini chiamati ad un tavolo che definiamo di “non confronto”: non necessariamente si dovrà giungere ad una conclusione univoca, infatti sono chiamati alla discussione rappresentanti di scuole di pensiero anche molto distanti fra loro. Il nostro scopo è fornire ai cittadini e al personale sanitario tutte le armi adeguate per cominciare ad avvicinarsi al problema in modo chiaro, cercando di essere il più imparziali possibile. In questa occasione la Tavola di Smeraldo non promuoverà una linea di pensiero, ma porterà sul tavolo della discussione più posizioni e modalità differenti di affrontare il problema.

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